
Gli spazi di lavoro visti al cinema e in televisione sono manifestazioni di una creatività visionaria, ironica, raffinata e quasi sempre strumento implacabile di condanna dei costumi e della società.
Nel mondo cinematografico, le scenografie sono da sempre oggetto di un progetto specifico volto a veicolare un messaggio profondo, subliminale, che dona una particolare connotazione emotiva allo spazio, assecondando strategicamente la narrazione.
In particolare, gli uffici e i luoghi di lavoro sono spesso ambienti essenziali per costruire la credibilità di un film o di una serie e per coinvolgere lo spettatore.

Spazi oscuri nelle storie noir come l'ufficio di Eldon Tyrell in “Blade Runner”, sala riunioni e Divisione Scienze Applicate della Wayne Enterprises in “Il cavaliere oscuro”; gotico in ambientazioni letterarie come l’ufficio di Albus Silente in Harry Potter.
Elegante e raffinato in stile retrò gli uffici pubblicitari di Sterling Cooper in Mad Men, futuristico come la sala riunioni dell'Enterprise in Star Trek
Molti gli esempi di architettura e narrazione che sono quindi due facce interconnesse della stessa medaglia dove l'architetto è un narratore. Perché, come diceva il filosofo Paul Ricoeur , “la storia della vita si svolge in uno spazio della vita”.